Cosa impareremo da questa quarantena?

Un mese a casa è andato. Sembrava impossibile costringere milioni di persone a casa, ma ce l’abbiamo fatta. Tra concerti sul balcone e dirette in ogni tipo di social a tutte le ore del giorno.

Social network utilizzati questa volta a fin di bene, e cioè con lo scopo per cui sono nati: unire virtualmente le persone distanti fisicamente. Unire, appunto. Il concetto di unione deve radicarsi nella nostra mente e in ciascuno di noi. Questa è una delle lezioni più importanti che ci ha insegnato questa quarantena, o almeno si spera. Il bisogno degli altri è imprescindibile, perché da soli non possiamo andare lontano. Il bisogno della nostra famiglia, per chi ce l’ha lontana.

In questo periodo, più che mai ci si sente (e ci si vede) molto più spesso con la famiglia, e dovremo ricordarci, quando tutto sarà finito, di quanto quella famiglia sia lontana da noi tutti i giorni, anche senza virus. Ci penseremo due volte prima di rispondere arrabbiati alla mamma, mentre anneghiamo nel mare del traffico di ritorno dall’ufficio. Perché quella voce sarà lì ogni singolo giorno a chiederti come stai, come è andata la giornata, come nessuno mai. Ma ricordiamoci che non ci sarà per sempre.

È una prova. Un esame per tutti. Proviamo a prenderci del tempo da dedicare a noi stessi e fare quello che ci piace. Il compito sarà quello di portarle avanti anche dopo questo periodo di clausura, e provare a difendere il nostro tempo con le armi e con i denti. Perché il tempo non torna indietro, e per non trovarci vecchi e pieni di rimorsi.

Ma la quarantena, questo periodo assurdo, che ha rallentato significativamente il ritmo delle nostre vite, ci sta insegnando il saper attendere, e un’altra lezione (per noi italiani difficilissima): il saper fare la fila. Aspettare il proprio turno. Noi, un popolo molto indisciplinato sotto questo aspetto, dobbiamo cercare di fare anche questo salto culturale che caratterizza tutti i paesi civilmente evoluti.

Saper aspettare. In un paese dove chi ti passa davanti in una qualsiasi fila, chi ti supera a destra con l’auto (si possono riportare altri svariati esempi) si sente più furbo degli altri e non più sciocco, non può che regredire. E allora, mettiamocela tutta, impegnamoci anche dopo questa quarantena a essere persone migliori. Finiamola di apparire “un paese dal cuore grande così” durante le emergenze se poi nel resto dell’anno diventa una gara a chi frega per primo  qualcun altro.

Finiamola qui, vi prego. Ammettiamo questa colpa e giriamo pagina. Abbiamo un’occasione per resettare tutto e ricominciare da zero. Facciamolo, tutti.

Michael Floris

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