Fiera del Libro di Iglesias 2019: intervista a Eleonora Carta

La Fiera del Libro di Iglesias giunge alla sua 4a edizione. Come da consuetudine la manifestazione si svolgerà nel mese di aprile nelle giornate 22-23-24-25. Quest’anno, per promuovere la fiera dedicata ai libri ho avuto la possibilità di intervistare la scrittrice sulcitana Eleonora Carta che ci parlerà della fiera e del mondo della scrittura.

Immagine © fieradellibroiglesias.it

Ciao Eleonora, fai parte dell’Associazione Argonautilus, un’associazione culturale che ha organizzato e promosso per la prima volta i libri ad Iglesias. Siamo giunti alla quarta edizione. Quanto siete soddisfatti dei risultati raggiunti?

La strada è ancora lunga, ma il percorso è tracciato. Per usare un’altra metafora, sono anni che seminiamo e cominciamo a cogliere i primi frutti. La Fiera del Libro di Iglesias è un evento conosciuto, atteso, entrato ormai a far parte dell’immaginario collettivo, per cui, ad aprile tutti sanno (e si aspettano) che ci sarà. La partecipazione e il coinvolgimento del tessuto cittadino sono il nostro primo obiettivo e la ragione più grande del nostro impegno. Vorremmo davvero che l’evento diventasse “di tutti”. E tutti desiderassero esserci per arricchire se stessi ed essere parte di qualcosa di bello e di grande. Per riuscire nell’intento, ogni anno scegliamo un tema di riferimento che sia attuale e accattivante, e ospiti di rilievo nazionale che possano portare a Iglesias idee e fermenti provenienti da altrove.

Iglesias è l’unica città della provincia che organizza questo tipo di evento. La vedi come una grande opportunità che può diventare qualcosa di grande?

Questo è il nostro auspicio. Molte variabili interferiscono con la storia di un evento come il nostro: fattori di carattere contingente, sociale, e inevitabilmente politico. Si tratta di aggiustare sempre la rotta e mantenere fermi i propri obiettivi, ovvero la promozione della lettura e della cultura del libro, lavorando con obiettività, equidistanza, e affrontando gli eventi avversi come opportunità e non come catastrofi. L’organizzazione richiede un lavoro enorme, che comincia dal giorno successivo alla fine dell’edizione precedente, e crediamo in questi anni di essere riusciti a costruire una realtà storica e assestata, che ci fa essere ottimisti per il futuro.

Qual è la fascia d’età che viene coinvolta maggiormente in questa manifestazione?

Fasce di pubblico alquanto eterogenee. Dai bambini per i workshop e laboratori; ai ragazzi dei progetti di alternanza scuola lavoro; ai giovani adulti, agli adulti, agli “over”. Cerchiamo di non escludere nessuno.

Quanto la fiera può aiutare Iglesias (e il territorio circostante) a rialzarsi?

È una domanda molto difficile. La Fiera può essere uno degli ingranaggi, anche uno dei più importanti, ma serve un motore intorno. La Fiera può tentare di sviluppare cultura, coscienza e consapevolezza, e mettere in contatto con altre realtà culturali e altri mondi, ma fino a quando Iglesias non si aprirà sinceramente alla collaborazione, al fare rete, a trovare intenti comuni nel voler fare rinascere la città, servirà a poco. Servono operatori economici competenti, serve smettere di coltivare ciascuno il proprio orticello e decidersi a lavorare insieme. Soprattutto serve amore. Per la propria città, e per il prossimo. Se non per rare eccezioni però, niente di questo accade. E questa è la ragione del nostro malessere, della nostra povertà, economica e culturale, e della fuga dei nostri giovani. Solo quando si riuscirà in un’operazione (che è eminentemente culturale) e la mentalità degli abitanti di Iglesias si potrà aprire al dialogo e alla cooperazione fattiva, priva di invidie, odi e continue beghe che non esito a definire “da comari”, ci sarà speranza.

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Oggigiorno si legge di meno. Cosa pensi di debba fare per rilanciare la lettura?

Credo si faccia già tantissimo. Ma qui il discorso è ancora più complicato e le tue domande sono di difficoltà sempre più grande caro Michael. C’è da rifondare un intero sistema scuola, che è poi il sistema-stato. C’è da ricostruire un concetto di famiglia che si sta perdendo. C’è da ricostituire il patto tra gli adulti, che un tempo condividevano un obiettivo comune, la crescita sana dei giovani. Ma adesso il patto si è rotto, perché ciascuno, come detto prima, è capace di pensare solo al proprio metro quadro e su quello e soltanto su quello investe forze ed energie. Del resto, si disinteressa, guardandolo spesso con ostilità, se non con indifferenza.

Cosa c’entra questo con la lettura? Ne è una naturale conseguenza. La lettura è il mezzo di elezione per combattere mentalità simili. Ma chi ha una mentalità simile, è troppo sicuro del suo e rifugge qualsiasi situazione metta in dubbio la sua sicurezza. I libri, per esempio.

Parliamo un po’ di te. Sei ormai una scrittrice affermata, orgoglio sardo e del territorio del Sulcis-Iglesiente. Quando hai scoperto la passione per scrivere?

Grazie per la “scrittrice affermata”. Ho scritto qualcosa, ma gli “scrittori” per me sono sempre un’altra cosa. Comunque, per rispondere alla tua domanda, ho iniziato da piccolissima. Riempivo diari e quaderni, solitamente cercando di riscrivere i libri che leggevo, e di cui mi innamoravo perdutamente. Cambiavo un po’ le trame, aggiungevo personaggi, sviluppavo nuove storie. La scuola era noiosa. Niente era più bello dei mondi immaginari che trovavo nei libri.

Qual è il tuo libro preferito?

Domanda davvero complicata. Ma ho una risposta. “Storia di Lisey” di Stephen King. Non è il più bello che ho letto, né il più bello che Stephen King [il mio maestro n.d.a.] ha scritto, ma lo sento cucito su di me. Le mie paure, la mia solitudine, la mia passione per la scrittura, le mie ansie, la mia ricerca di mondi immaginari in cui trovare rifugio. Manca solo un gatto.

Hai mai pensato di ambientare un libro nella tua terra?

È attualmente in lettura presso un editore importante, non aggiungo altro, ma incrociamo le dita.

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Torniamo alla fiera. Qual è il tema di quest’anno e come è organizzata?

Il tema della Fiera quest’anno è “Quid est Veritas?”. Abbiamo scelto la domanda che Pilato rivolge a Gesù nel Sinedrio, per proporre il tema antichissimo della verità. In particolare per cercare la verità nel mondo della comunicazione, dell’informazione, e nella realtà storica. Creare senso critico, porre dei filtri alla miriade di informazioni che ci bombardano quotidianamente, imparare a non annegare nell’oceano della disinformazione.  E in ultimo, analizzarne anche le cause. Le fake news – tendenzialmente – non nascono per caso. Qualcuno decide di metterle in giro. Riuscendo a capire perché, si può capire anche come disinnescarle.

Perché andare quest’anno alla fiera del libro di Iglesias?

Segnalo una ricchissima sezione Graphic Novel, con ospiti del calibro di Luca Usai, disegnatore Disney International; per i più dissacratori Don Alemanno con la sua celebre striscia Pillole di Jenus e NaziVeganHeidi. Segnalo la sezione outdoor, con personaggi del calibro di Roberto “Massiccione” Zanda e la sua straordinaria avventura tra i ghiacci. Una tavola rotonda su giornalismo e editoria oggi, con Daniele Aristarco e Riccardo Cavallero, ex direttore generale Mondadori International, Einaudi, attualmente direttore editoriale di SEM Società editrice Milanese; e infine, evento da non perdere, la Lectio Magistralis del prof. Cristiano Galbiati dell’Università di Princeton, che con il progetto ARIA potrebbe restituire al nostro territorio una dignità che aveva perso e – guarda a volte quanto è strano il destino – proprio grazie a una miniera dismessa.

Ma non aggiungo altro, e per tutto il resto, che è davvero tantissimo, vi aspetto a Iglesias dal 22 al 25 aprile.

(Il programma completo anche su www.fieralibroiglesias.it)

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