Intervista per il Blog “L’amore per i libri”

blog amore per i libri

Con grandissimo piacere riporto l’intervista che mi ha fatto Annalisa, l’admin della pagina Facebook e del Blog “L’Amore per i libri”.

1. Come è nata la tua passione per la scrittura?

La mia passione per scrivere nasce quando da bambino copiavo su un quaderno le poesie più belle dai vecchi libri di scuola dei miei genitori. A 8 anni circa, decisi, infatti di scrivere la mia prima poesia. Poi crescendo ho iniziato a scrivere altro, come testi di canzoni o riflessioni, poesie. Tra la scuola e l’università non ho mai avuto il tempo di cimentarmi fino in fondo come desideravo, poi dopo la laurea, finalmente, ho cominciato a scrivere un racconto, che pian piano si è poi trasformato in un libro.

2. Sei stato colpito dal blocco dello scrittore? Se si come lo hai superato?

Ho letto e sentito tante cose su questo famoso “blocco”. Devo dire con grande sincerità, che, fortunatamente io non ho avuto questo problema. Perché la mia storia era stampata nella mia mente per ogni singola scena, fin dall’inizio. Quando ho cominciato a scrivere la storia dovevo solo sviscerare i miei pensieri che affollavano la mente da parecchio tempo. Spero di non riscontrare questo problema in futuro…

3. Che lettore sei?

Mi sono avvicinato alla lettura tardi, 16/17 anni, ma l’ho fatto con la grande saga di Harry Potter. Una storia molto più profonda di un semplice maghetto che si tira fuori dai guai. Per me Harry Potter è una pietra miliare della letteratura del fine novecento. Poi la maturità come lettore l’ho raggiunta con i romanzi storici, che adoro tantissimo. Stimo molto gli autori che studiano sodo per ambientare i loro romanzi nel passato. Non è una cosa facile. Detto questo, io leggo uno o due libri al mese. Lo so, è poco, ma sono molto lento, mi gusto la storia, e se non capisco qualcosa mi rileggo tutto il paragrafo. E’ un po’ particolare la mia lettura!

4. Cosa ti ha spinto a scrivere questa bellissima storia?

Torino. Quando ho messo piede per la prima volta in questa città, mi sono detto: devo scrivere assolutamente una storia d’amore ambientata qui. Sì, lo confesso. Sono un romanticone. Ma che ci posso fare? Torino, poi, è così elegante che si presta benissimo ad ospitare una storia d’amore. Forse, se non fossi mai andato là, questa storia non sarebbe mai stata scritta.

5. Tema principale del tuo romanzo, “ Il treno per la felicità”, è l’amore, quanta importanza ha per te l’amore?

L’amore per me è il pilastro fondamentale della nostra vita. Senza amore non possiamo vivere. Io credo molto nell’amore, ma credo anche che l’amore con la A maiuscola esista soltanto per una e una sola persona. Un po’ come diceva Platone. E’ molto difficile trovare questa metà, talmente difficile che passiamo tutta la vita a cercarla.

6. Altra tematica importante nel tuo libro è la differenza di religione tra i protagonisti, Sarah è Musulmana e Giovanni è Cattolico. Nella realtà questa differenza può essere un ostacolo insuperabile?

Attualmente sì. E’ strano che nel 2015, in un mondo che si proclama civilizzato, possa accadere questo. Ma è all’ordine del giorno. Finché non si capisce che la religione non debba in nessun modo condizionare le nostre vite e quelle degli altri, non si esce da questo vortice. Se amo una persona perché non posso stare con lei? Perché ha una religione diversa dalla mia? Su, non scherziamo!

7. Ho letto il tuo libro e mi è piaciuto tanto, ho notato che non c’è descrizione di scene di sesso tra i protagonisti, come mai questa scelta?

Ti ringrazio per questa domanda. E’ una scelta fortemente voluta, perché ho preferito che il lettore focalizzasse l’attenzione sui sentimenti e non sul sesso. Volevo che facesse un pensiero su questo. E poi lasciare l’immaginazione al lettore non guasta mai. Oggigiorno, tutti danno più attenzione al sesso, vediamo sesso ovunque, ma io sono del pensiero che dietro il sesso debba esserci un sentimento chiamato Amore. Per me non esiste il sesso senza amore. Criticatemi pure, ma sono fatto così.

8. Esiste questo treno per la felicità?

Sì, eccome! Tutti devono riuscire a salirci prima o poi. Bisogna lottare, sgomitare, farsi sentire, e alla fine tutti i sacrifici vengono ricambiati. Non dobbiamo illuderci che tutto sia facile, ma neanche che tutto sia impossibile.

9. Nel romanzo parli di un amore puro, reale, vero, per te esiste un amore vero come quello di Sarah e Giovanni?

E’ difficile. Col tempo molti valori vengono persi per strada. Il rispetto e la fiducia reciproca, per esempio, stanno alla base di tutto. Nella vita di tutti i giorni ce ne dimentichiamo spesso, ma non capiamo che ogni volta che uno di questi valori viene meno, si lacera un po’ il cuore della persona che amiamo. Perché non basta “conquistare” una persona, ma bisogna costantemente accudirla.

10. Il messaggio che vuoi lasciare ai lettori attraverso “Il treno per la felicità”

Attraverso questo libro, il messaggio che voglio dare è che non bisogna mollare mai. Giovanni ha combattuto per ciò in cui credeva, il suo amore per Sarah. Come lui, tutti devono combattere tutti i giorni per ciò in cui credono. Facendo una metafora calcistica: se una partita noiosissima è inchiodata sullo 0-0, non bisogna mollare, bisogna continuare a giocare, perché non il gol può sempre arrivare, non si sa mai. Ecco! Il treno per la felicità è come un gol ai minuti di recupero, è insperato, ma non impossibile. Quindi, lottare, sempre e comunque. Fino alla fine.

 

Potete leggere l’articolo completo direttamente sul blog “L’amore per i libri” riportato di seguito:

http://lamoreperilibri.altervista.org/intervista-michael-floris-il-treno-per-la-felicitaciao-lettori/