Le domeniche a Torino

Le domeniche a Torino hanno un non so che di romantico.

Preferisco sempre le domeniche di primavera o d’autunno. Torino in quei periodi dell’anno cambia odore, ed è come se cambiasse pelle. Ti senti immerso in un ambiente strano, ma familiare. Una sfumatura nostalgica ma allo stesso tempo malinconica.

Mi piace vedere i viali vuoti. Mi piace vedere la pace che regna attorno a me. Solo i tram che elegantemente corrono sui binari, mentre le foglie si fanno trascinare in tanti piccoli vortici. Vedere le facce pensierose dei passeggeri, o di qualche cittadino che aspetta annoiato il semaforo verde, mi fa sentire uno di loro.

Lo sguardo di una donna è rivolto verso un uomo che siede di fronte a lui. Lo guarda come se tra loro ci fosse un muro invalicabile. Lo vorrebbe vicino a lei. Glielo chiede con gli occhi. Il tram lascia la fermata ed i miei, di occhi, sono rivolti ora verso la Gran Madre. Le nuvole grigie e così fitte avvolgono la città e la collina diventa un posto misterioso.

Il buio cala e le strade bagnate riflettono le insegne luminose. Un gruppo di ragazzi va per i portici di via Po, in direzione dei Murazzi. Qualcuno entra al cinema, altri due si baciano.

Ora la pioggia sta cominciando a ricadere copiosa e non mi resta che ripararmi dentro ad un bar. Le note jazz in sottofondo mi accolgono in un abbraccio fraterno. Scuoto l’ombrello all’entrata e prendo posto in un tavolo all’angolo. Le luci soffuse mi rilassano.

Chiedo un thé caldo alla cameriera, mentre al buon Dio che mi lasci in questa città ancora per molto.

© Michael Floris – Tutti i diritti sono riservati.

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