Le maschere del Carnevale: tra letteratura e commedia

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Il Carnevale è stato oggetto di commedie teatrali, dalle quali sono nate le maschere più celebri, quali Arlecchino, Balanzone, Brighella, Gianduja, Pantalone, Pulcinella, Stenterello, Colombina, Giangurgolo, e che qui sotto passiamo rapidamente in rassegna:

  • ARLECCHINO (luogo di nascita: Bergamo, orgine: XVI secolo): nel libro “Harley Quin”, Agatha Christie fa del suo personaggio una chiara ispirazione a questa maschera. Harley Quinn è anche un personaggio dei fumetti, nemica di Batman e spalla di Joker, ha un costume ispirato ad Arlecchino. “Chroma” di Darek Jarman dedicato ad Arlecchino.

Arlecchino

  • BALANZONE (luogo di nascita: Bologna, origine: n.d.): è il classico personaggio serio, sapientone e presuntuoso. Appartiene alla serie delle maschere più vecchie nella commedia teatrale. Nella versione di Goldoni “Il servitore di due padroni”, egli interpreta il Dottor Lombardi. Da qui, alla maschera viene attribuito sempre il nome di dottore.

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  • BRIGHELLA (luogo di nascita: Bergamo, origine: XVI secolo): nella commedia è il migliore amico di Arlecchino. Deve il suo nome al fatto di essere un attaccabrighe, insolente e dispettoso. Il riferimento letterario/teatrale è sempre l’opera “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni.

brighella

  • GIANDUJA (luogo di nascita: Torino, origine: XVIII secolo): è una maschera nata dalla fantasia di due burattinai. In piazza Castello a Torino, al sabato, davanti a Palazzo Madama, si svolgeva un mercato dove si vendeva e comperava di tutto. Qui si esibiva il famosissimo burattinaio Umberto Biancamano. Tra i suoi spettatori vi erano Giovanni Sales e Gioacchino Bellone, i quali divertiti dagli spettacoli e dalle battute di spirito decisero di mettere in scena un loro spettacolo di burattini. Il loro copione era basato su battute satiriche del malgoverno. Ancor oggi questa maschera viene ricordata durante i festeggiamenti del patrono (San Giovanni), in particolare la sera del Farò.

Gianduja

  • PANTALONE (luogo di nascita: Venezia, origine: metà del XVI secolo): questa maschera rappresenta un tipico mercante avaro e lussurioso. Insieme a Balanzone è una delle maschere più vecchie della commedia dell’arte, messa in scena per diversi secoli. Dopo la riforma del teatro di Carlo Goldoni, la maschera perde la sua comicità, trasformandosi nel padre, burbero e avaro, di famiglia. Con l’avvento del dramma borghese (metà del XVIII secolo), la figura di Pantalone non viene portata più in scena. Rimane comunque la figura del “padre di famiglia” che deve comunque la sua ispirazione a questa maschera.

pantalone

  • PULCINELLA (luogo di nascita: Acerra (Napoli), origine: XVI secolo): questa maschera rappresenta un contadino. La sua orgine trova diverse tesi, le quali tuttavia, nessuna di esse trovano una conferma chiara definitiva. L’ipotesi più accreditata è quella che vede Pulcinella nascere dalla mente di un attore (Silvio Fiorillo), con l’opera “La lucilla costante con le ridicole disfide e prodezze di Policinella).

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  • STENTERELLO (luogo di nascita: Firenze, origine: XVIII secolo): è l’unica maschera fiorentina del teatro della commedia legata al Carnevale. Venne ideata da Luigi Del Buono. Stenterello richiama il tipico fiorentino chiacchierone, pauroso ed impulsivo, dalla risposta pronta.

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  • COLOMBINA (luogo di nascita: Venezia, origine: XVI secolo): il personaggio di Colombina è diventato celebre, poichè è stato il primo personaggio teatrale di sesso femminile ad essere interpretato da una donna (Marie Catherine Biancolelli), nel 1683. E’ risaputo che fino a quel momento, il personaggio femminile era sempre interpretato da una figura maschile. Colombina ha il ruolo di serva, e porta scompiglio tra le famiglie dove capita, ma è sempre Arlecchino che la difende e la salva da ogni guaio.

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  • GIANGURGOLO (luogo di nascita: Calabria, orgine: XVII secolo): il luogo di nascita di questa maschera è incerto. Secondo la tradizione popolare, Giangurgolo è una maschera calabrese, ma secondo alcune fonti letterarie risalenti ai primi decenni del 1600 c.a., potrebbe avere la sua origine a Napoli. Egli rappresenta il titpico signorotto di paese ricco, gradasso, spaccone e spavaldo. E’ una maschera popolare nella commedia dell’arte, tanto da essere considerata alla pari delle due più famose: Arlecchino e Pulcinella. Proprio a tal proposito, si pensa che la sua origine venga attribuita alla regione Calabria, perché quando la Sicilia fu data ai Savoia, vi fu una massiccia migrazione di nobili spagnoli siciliani verso le coste dall’altra parte dello stretto. La maschera, dunque, fu creata per mettere in ridicolo questi nobili “decaduti”.

giangurgiolo

Come avete potuto notare, la tradizione popolare delle maschere carnascialesche nostrane è stata alimentata nei secoli dalla letteratura e dalla commedia dell’arte. In particolare, il XVI e XVII secolo sono stati i mesi più fertili in questo senso.

Oggigiorno, tutte queste maschere vengono ancora portate in scena nei teatri italiani e del resto del mondo, e questo testimonia quanto il passato nostrano sia stato importante e glorioso. Forse non ce ne rendiamo conto, ma negli anni addietro, quando non esisteva la tivù ed il cinematografo, il teatro, e quindi la letteratura, erano le colonne portanti della cultura italiana che oggi esportiamo in tutto il mondo.