Il seminatore di grano – 1. Il tesoro più prezioso del mondo

Quando ancora tutto il mondo dormiva, il seminatore di grano si svegliava con il canto del gallo. Il sole doveva ancora sorgere, mentre lui si preparava ad andare per i campi.

Quel soprannome l’aveva ereditato dal padre, e il padre a sua volta lo ereditò da suo nonno, e forse, suo nonno lo ereditò dal suo bisnonno. Non aveva mai capito chi fosse stato il primo ad ereditarlo, ma lui ne andava fiero, perché quel lavoro aveva dato da mangiare alla sua famiglia per generazioni.

Tra le spighe di grano si era sempre sentito a suo agio. Quand’era bambino, giocava con i suoi fratelli a nascondersi, mentre da ragazzo si nascondeva lì per far l’amore.

Era proprio tra quei campi che conobbe sua moglie Filomena. Lei aveva capito subito che Remo era attaccato alla sua terra, come incatenato, e per amore rimase lì con lui.

Per Remo, quelle spighe erano amiche, erano la sua vita, e ancor di più la terra. Quella terra così fertile che nè suo nonno nè suo padre avevano venduto per niente al mondo.

Pensava a questo Remo, mentre prendeva la strada per i campi ed il sole si accingeva a comparire timidamente all’orizzonte, come se proprio Remo lo stesse tirando su con una corda. E mentre i raggi di sole si facevano largo e davano colore alla campagna, la brina adagiata sull’erba brillava come una distesa di diamanti.

Remo sorrideva. Era quello il tesoro più prezioso del mondo.

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