Ringiovinezza parte 7

-Non credevo che venissi stasera- disse Betty mentre si spalmava la crema sul viso nella sua vestaglia da notte celeste.

Leo la guardava fare le sue cose come fossero sposati da decenni. Invece si vedevano soltanto da pochi giorni. Avevano saltato la fase del corteggiamento ed erano finiti per vedersi tutte le sere in camera di lei.

-Ho visto che ti divertivi con quel taglia e cuci, ma che stai facendo?-

-Sarà una sorpresa…-

Betty si mise a letto, di fianco a Leo. Ogni giorno si avvicinavano sempre di più.

-Chissà che direbbero i nostri figli di questo-

-Non credo accetterebbero sai?-

-Tu dici?-

-Erano molto legati alla loro madre…-

Betty lo guardò sul viso mentre scese una lacrima.

-Come si chiamava?-

-Susanna, ma per tutti era Susi- Leo tirò su con il naso. -Scusa, non volevo tediarti con i miei pensieri-

-Sta’ tranquillo. Senti se non ti va più di vederci, noi…-

-Shhh-

Leo zittì Betty e le prese la mano. Aveva voglia di sentire la sua pelle che profumava di vaniglia. Aveva voglia di sentire il suo cuore battere.

-È strano come ci abituiamo in fretta l’uno dell’altra e come invece ci disabituiamo facilmente alla solitudine- osservò Betty che non aveva molta voglia di dormire.

-Perché la solitudine non fa parte del modo di vivere dell’essere umano- rispose lucidamente Leo.

Si strinsero le mani ancora più forte.

 

Il confezionamento dei vestiti andò avanti per settimane. Maggie seguiva i gruppi e dava i consigli, oppure chiedeva spiegazioni sulla scelta di un colore piuttosto che un altro, o sulla scelta del materiale.

-Anche io voglio avere il mio vestito!- disse Maggie, annunciando la sua volontà di partecipare alla sfilata.

Quasi tutti si offrirono volontari per realizzare il suo vestito, compresa Flora, che sapeva cucire. Un’arte tramandata di generazione in generazione. Aveva cominciato a utilizzare l’ago a soli sei anni. La sua passione fino all’età adolescenziale, quando conobbe Berto. Erano una coppia molto unita. Lui le aveva aperto una piccola sartoria vicino casa, così che potesse guadagnare qualcosa dalla sua passione, nonostante non avessero il bisogno economico. Erano innamorati. Lei gli aveva confezionato abiti di ogni tipo e di ogni colore. Poi, una decina d’anni or sono la lasciò per un tumore. Flora aveva sempre avuto un carattere allegro, una risata contagiosa, ma quella scomparsa non riuscì a digerirla. Smise di cucire e di sorridere. Si chiuse per sua volontà alla Residenza dei fiori. Ma da quando c’era Maggie, non sapeva il perché, ma aveva ritrovato la voglia di vivere. Le giornate avevano un senso, poteva cucire di nuovo, finalmente! Sarebbe stata una sfilata magnifica, e il suo abito sarebbe stato perfetto. Era così orgogliosa di poter aiutare Maggie a realizzare il suo vestito.

© Michael Floris – Tutti i diritti sono riservati.

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