Ringiovinezza parte 6

I raggi del sole invadevano prepotentemente la sala comune. Maggie varcò la soglia con la sua sorpresa tra le mani, come promesso.

La maggior parte era fuori a fare due passi in giardino, mentre lei si gustava un buon caffè preso alla macchinetta. Si sentiva carica e aveva voglia di dimostrare a sé stessa che quel gruppo di anziani l’avrebbe seguita qualunque cosa avesse proposto. Fece un respiro profondo e si recò al centro della sala comune.

-Ragazzi, venite tutti dentro, forza- disse Maggie a voce alta affacciandosi nella porta finestra che dava in giardino.

Maggie prese in mano i lavori di tutti, citando i rispettivi autori disegno per disegno.

-Avete visto che ognuno di noi ha dei gusti diversi, e mi chiedevo cosa ne pensate se organizzassimo una piccola sfilata con i vostri abiti-

-Ci sta dicendo che dovremo confezionarci noi i vestiti?- chiese Betty.

-Esatto, proprio così. Sarete gli stilisti di voi stessi, e poi facciamo vedere ai vostri cari tutta la vostra creatività!-

Tutti risero.

-Non se ne parla proprio!- disse Giorgio sventolando all’aria il suo bastone.

-Ti pareva- esclamò Luciana.

-Passerò tra voi per annotarmi i materiali che vi servono, e poi credo che tutte sappiate cucire. Dico bene?-

-Io so cucire!- alzò la mano Flora.

Leo e Betty si lanciarono un’occhiata d’intesa.

Nei giorni successivi, la sala comune di pomeriggio era piena come non lo era mai stata. Le donne sfoderarono tutta la loro sapienza e la praticità nel cucito. Era un taglia e cuci continuo. Maggie fu sorpresa dalla loro velocità. Passava tra i tavoli e vedeva i vestiti prendere forma, tra l’entusiasmo generale.

Betty guardava Leo cimentarsi in un’arte non sua e le venne da ridere. Ma le piaceva scrutarlo nei suoi movimenti e sapere che lui non sapeva di essere guardato. Le pareva che quell’uomo la stesse scuotendo da cima a fondo. Faceva fatica ad ammetterlo a sé stessa e non sapeva perché.

Leo si girò e per un attimo vide gli occhi di Betty su di sé. Alzò la stoffa ancora da cucire e fece cenno di essere molto indietro. Betty si alzò e passando di fianco a lui con l’intento di raggiungere l’uscita della sala, fece cadere qualcosa dentro il cappello a cilindro che si trovava alle sue spalle. Lo smoking sarebbe stato l’abito di Leo.

Leo con la coda dell’occhio vide quella mossa, non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Betty, si affacciò sull’orlo del cappello. Vide un pezzo di carta piccino, piegato più volte su sé stesso. Prese in mano il cappello e fece finta di indossarlo mentre prese la pallina di carta, poi uscì frettolosamente. Raggiunse la sua camera non distante da lì e si sedette sul letto.

“Tornerai stasera?”

Il biglietto di Betty recitava queste parole. Leo se lo portò al petto. Le sue labbra tremarono. Non pensava di poter ancora provare quelle emozioni alla sua età. Stava capitando tutto così in fretta.

Si asciugò gli occhi un po’ arrossati e fece un respiro profondo prima di ritornare dagli altri. Non sapeva se rispondere o meno al messaggio, sarebbe stato troppo pericoloso, visto che Betty non si staccava mai dalle sue amiche. Avrebbero sicuramente sospettato di lui… “Il solito cascamorto” diceva sempre a tutti Luciana.

© Michael Floris – Tutti i diritti sono riservati.

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