Picture-Story: Sotto il melo in fiore

27° appuntamento della rubrica “Picture Story”.

CHARLES WOOD: SOTTO IL MELO IN FIORE

wood-under-the-appleInfo sul quadro

Data: n.d.

Dimensioni: 105 x 80 cm (olio su tela)

Separatore-1-2La primavera gli era sbocciata dentro. Dopo un intero inverno fatto di incontri formali, di thè in compagnia di estranei e di musica noiosa ascoltata solo per vederla, Dorian si era deciso a dichiarare le sue intenzioni ad Anna.

Quel pomeriggio era nervoso, perché aveva paura che il signor Diggory non avrebbe mai permesso la loro unione. Era da tanto che Dorian provava un sentimento simile per Anna. Fin dai tempi dell’adolescenza, quando si scoprì uomo. I lineamenti del suo viso erano così eleganti e delicati. Era sempre composta quando rideva, e quando suonava il piano di fronte a tutti sembrava sempre decisa e sicura di sé.

Aveva la primavera negli occhi, Anna. Nonostante quei lunghi pomeriggi di pioggia a discutere di Robespierre e di altri temi politici. A Dorian non importava nulla di tutto ciò. Lui stava in quel salotto solo per poterla vedere, per poterla ammirare. Si consolava, perché lei ancora non aveva trovato marito, e pensava che se non avesse accettato di essere la sua consorte, la sua bellezza sarebbe svanita gradualmente, come un fiore reciso che si appassisce col passare dei giorni. E solo quando il tempo trascorso sarebbe stato troppo, i rimpianti avrebbero preso il sopravvento e l’avrebbero costretto ad uccidersi.

Ma Dorian non voleva pensare un minuto di più a cosa sarebbe successo se non ci avesse provato. Si guardò allo specchio con determinazione, poi ordinò che gli venisse preparato il cavallo, perché quel pomeriggio di fine marzo avrebbe portato Anna a fare una passeggiata nel giardino, e lì, sotto il melo in fiore le avrebbe dichiarato il suo amore.

Dorothy, la cameriera, udì gli zoccoli di un cavallo venire verso la tenuta. Scansò la tenda della finestra e vide che Dorian arrivava di gran carriera. Deglutì a fatica, e uscì sulla porta di casa per andare incontro al giovane.

-Buon pomeriggio, signorino Dorian.- salutò Dorothy presa dall’agitazione.

-Buon pomeriggio, Dorothy. Oggi siete un raggio di sole.- rispose il giovane con la sua solita galanteria.

-Grazie, siete un gran gentiluomo. Anche la donna più brutta di questo mondo con voi si sentirebbe la più bella.-

-Suvvìa, la mia affermazione è sincera. Oggi vi trovo raggiante.-

-Signorino Dorian. Oggi credo che la signorina Anna non sia disponibile…-

-Che dite? Ieri non mi ha avvisato della sua assenza.-

-Non è proprio assente, solo che…-

-Mi riceverà come sempre.-

Dorian entrò con disinvoltura in casa Diggory, e Dorothy con disperazione lo seguì.

-Forse non è una buona idea.- la cameriera provò a dissuaderlo dalla sua visita.

-Oggi è un bel pomeriggio, porto la signorina Anna a fare una passeggiata.-

Dorian si diresse verso il retro della villa, dove il sole batteva forte e illuminava tutto in modo così splendente. Uscì dalla porta che era rimasta aperta e avverti il suono della sua voce. Proveniva dal melo in fiore.

Il melo in fiore era l’albero più bello della tenuta, e il signor Diggory, negli incontri ufficiali, si vantava sempre che quell’albero era stato piantato secoli e secoli fa, e che i suoi fiori erano incantevoli ancora oggi.

Il profumo dolciastro che amanavano quei fiori insisteva nelle narici di Dorian. Si sentiva avvolto in un turbinio di piacere. Dorian chiuse per un momento gli occhi e gli parve di vedersi abbracciato con Anna. Quel profumo gli ricordava lei, i suoi occhi, la sua bellezza. I rami fitti, invece, gli ricordavano i suoi folti capelli ricci.

Ecco una sua risata. Dorian si fece ritto sulla schiena all’improvviso. Aveva sentito un’altra voce oltre quella di Anna. Una voce più grossa e cupa. Una voce maschile, insomma. Cominciarono a sudargli le mani e la fronte. Si era appostato appena dietro il melo per sentire i loro discorsi. Ecco a cosa era dovuto l’impaccio della cameriera! E ora si trovava lì, in uno stato di empasse, e si sentiva ridicolo. Avrebbe voluto tornare indietro, salire sul cavallo e bere un bicchiere di brandy di fronte al suo grande camino per dimenticare. Invece, rimase lì, immobile a spiare. Per amore.

Dorian pensò che per amore un uomo potrebbe fare di tutto. Qualunque follia. Ecco, appunto. Se l’amore fosse follia allora non si chiamerebbe amore, e viceversa. Follia sarebbe uscire allo scoperto e anticipare le intenzioni di quell’uomo, anche a costo di mettere in gioco il proprio onore. Ma cos’era che lo teneva a freno?

Vedere quei due ridere gli faceva del male. Dorian avrebbe voluto un’ascia per tagliare quel melo, perché ora non gli pareva più così bello come sembrava.

Anna non si era ancora accorta di lui. Sembrava intimidita da quell’uomo. Senza nemmeno guardarlo in faccia, staccava i fiori dai rami e li portava sotto il naso per sentirne il profumo. Dorian avrebbe voluto essere uno di quei fiori.

Dorothy assisteva alla scena dalla soglia della porta, col fiato sospeso. Quell’uomo aveva rotto un equilibrio, e tutto pareva così irreparabile. Dorian, a malincuore, si convinse a lasciarli soli. Sarebbe tornato l’indomani con le stesse intenzioni. Non avrebbe mollato per nulla al mondo. Quel posto accanto ad Anna, sotto il melo in fiore, sarebbe stato il suo.

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