Vacanze d’estate – 8. La ricerca della felicità

discoteca

Il clacson della vespa di Giulia era inconfondibile. Sofia aveva intuito subito che fosse lei, così chiuse il libro e andò ad aprire la porta.

-Posso?-

-Certo, vieni…-

-Che facevi?-

-Niente di che, stavo leggendo.-

Sofia fece strada e accompagnò Giulia nella sua camera. Appena entrata, Giulia posò il casco sopra la scrivania e si sedette sul letto, poi seduta all’indiana prese il libro che stava leggendo Sofia.

-Madame Bovary? Non puoi leggere qualcosa di più… normale?-

-Perché? Cosa c’è che non va?-

-Sei antica…-

Sofia non la stava a sentire e ne descrisse la trama.

-Parla di una donna che credeva di amare suo marito, ma si sbagliava. Quando era ragazza lo vide come l’uomo migliore del mondo, ma dopo i primi anni di matrimonio lo conobbe per quello che era. Un buono a nulla, per lei. Cercò l’amore, quello vero, o almeno era quello che voleva credere per poter evadere…-

-Sei troppo romantica.- disse Giulia interrompendola. -Di questo passo, rimarrai zitella a vita.-

Sofia si alzò e prese a guardare alcune vecchie foto appese alla parete.

-Tu cosa pensi? Avresti fatto la stessa cosa?-

-Forse, sì.-

-Perché?-

-Perché devo perdere il mio tempo a fingere di amare una persona, quando in realtà so benissimo che non è vero?-

Sofia si girò di scatto per l’acuta osservazione.

-Quindi, che faresti?-

-Cercherei di essere felice, anche se questo mi porterebbe a fare scelte dolorose.-

Sofia rimase di stucco. Si stupì per il ragionamento che Giulia aveva appena fatto. Tra le due, era sempre stata la testa calda, e ora, Sofia scoprì con piacere un altro lato di lei. Dietro quelle risate e quella voglia di divertirsi per tutto il giorno, c’era una ragazza matura che mascherava le sue insicurezze con il suo modo di fare estroverso.

-Stasera, io e le altre andiamo in disco. Ci vieni?-

Sofia esitò prima di rispondere. Aveva voglia di un po’ di libertà, e ballare, forse, l’avrebbe aiutata a superare quel momento.

-Sì!-

Giulia fece un gran sorriso e la abbracciò forte. Sapeva che aveva conquistato ancor di più la sua fiducia, e si era promessa che non l’avrebbe tradita, anzi, l’avrebbe aiutata ad essere felice.

Separatore-1-2Mentre Luca e Alberto si avvicinavano a piedi verso l’ingresso della discoteca, la musica ovattata si diffondeva al di fuori delle porte e nel parcheggio. Alberto non stava più nella pelle, aveva il battito cardiaco accelerato fin dal primo pomeriggio. Luca non ci badava. Si era opposto sino all’ultimo per non andarci. Le discoteche non gli erano mai piaciute, e la proposta di Giorgio e Beppe gli era parsa solo fumo negli occhi.

-Possibile che ancora non si vedono?- disse Alberto, mentre guardava costantemente l’orologio.

-Stai calmo, saranno qua a momenti.- rispose Luca, cominciando a sperare che i due non si fossero fatti vivi.

-Mannaggia a loro!-

Alberto andava e veniva freneticamente.

-Ehi.- salutò Giorgio ad un tratto, mentre era appoggiato ad un lampione lì accanto.

-Ciao!- rispose Alberto entusiasta.

-Siete carichi?- chiese Beppe con un sorriso.

-A palla!- rispose ancora Alberto.

-Andiamo…-

Il tempo d’attesa era finalmente scaduto. Alberto aveva aspettato tutto il giorno quel momento. Mentre percorreva il piccolo viale che anticipava l’ingresso, pensava a cosa avrebbe fatto una volta dentro. Avrebbe girato per tutto il locale e avrebbe trovato la ragazza più carina, poi le avrebbe offerto da bere e con il suo sorriso e il suo modo di fare l’avrebbe invitata a ballare. Era un piano perfetto.

Le porte del locale si aprirono. Un fascio di luce li investì e la musica li ritontì un poco. I bassi picchiavano ritmicamente e con violenza all’interno dei grandi altoparlanti, piazzati ai lati della pista. Nei quattro vertici erano presenti quattro cubi, sopra cui ballavano delle ragazze con dei vestiti che lasciavano poco spazio all’immaginazione. La pista era affollatissima, e ciclicamente, veniva investita dal fumo artificiale che veniva sparato dalla consolle del deejay.

Alberto rimase immobile e scrutò tutta la sala, come a studiarla. Luca, invece, studiava sì la sala, ma per cercare un punto dove sedersi. Non avrebbe ballato per niente al mondo. Su questo, nel pomeriggio con Alberto, era stato categorico.

-Noi ci facciamo un giro.- disse Beppe a gran voce nell’orecchio di Alberto.

Luca fece un passo in avanti verso un divanetto, ma Alberto gli prese il braccio e lo trascinò fino al bancone del bar.

-Cosa prendi?-

-Non lo so, una coca.-

-Come, una coca? Non puoi prendere una coca, devi prendere qualcosa di alcolico… di forte!-

-Ma… non mi va.-

-Dai, non fare il vecchio, prenditi ‘sto cazzo di cocktail.-

Luca alzò gli occhi al cielo e ordinò il drink meno forte presente nel menu.

-Alle ragazze!- urlò Alberto alzando soddisfatto il suo cocktail al cielo.

Mentre i due sorseggiavano il drink, una ragazza passò a un palmo da Luca, squadrandolo da testa a piedi.

-Ciao, carino!- disse accompagnandosi con un sorriso.

-Dai, su! Che aspetti, buttati!- lo incitò Alberto. -Guarda come ti sorride… e che culo!-

Luca non voleva saperne. Si sentiva bloccato. In quell’ambiente si sentiva come un pesce fuor d’acqua.

-Fa’ come ti pare! Io… mi butto in pista!-

Alberto sparì tra la folla, e Luca brancolò per il locale in cerca di un posto dove stare in pace. Mentre camminava, era costretto a strusciarsi contro i corpi degli altri per passare attraverso spazi strettissimi, e cercando di fare attenzione a non rovesciare il cocktail.

La luce dello strobo, la musica, quei corpi muoversi e strusciarsi su se stessi, fece pensare a Luca che quel modo di divertirsi non gli apparteneva. Sperò che quella serata finisse presto, ma era soltanto appena cominciata.

Separatore-1-2Giulia, Sofia e il resto del gruppo varcarono la soglia della discoteca. Giulia aveva convinto Sofia ad indossare una gonna con la quale si trovava decisamente a disagio. Per l’occasione, si era fatta pure truccare.

-Guardati, sei uno schianto!- esclamò Giulia.

-Dici?-

-Credimi, poi con quest’ombretto…-

Sofia arrossì un poco, si strinse le spalle perché in fondo aveva paura che tutti, all’interno del locale, fossero in grado di leggerle in faccia le sue insicurezze.

-Carino, quello!- disse Giulia, indicando con lo sguardo un ragazzo lì vicino, più grande di loro.

Sofia non rispose e si guardò attorno. La discoteca non era mai stato il suo habitat. Di rado, Giulia la trascinava in qualche locale a Torino, e lei ci andava, ma solo per farla contenta.

-Beviamo qualcosa?- chiese uno della combriccola.

Nessuno rispose, e tutti si avviarono al bancone del bar. Giulia era la capofila del gruppo, e faceva strada, come se quella discoteca fosse la sua seconda casa. Sofia ammirava la sua intraprendenza, e si promise di cercare di migliorarsi sotto quell’aspetto.

Il deejay mise su il disco di un’evergreen, The summer is magic. Sofia e tutti gli altri furono travolti dalla folla e si ritrovarono sulla pista, sbattuti da una parte all’altra. Sofia non capì più nulla, la musica era sempre più forte, e sentì addosso diverse mani provenire da ogni dove. Impiegò alcuni secondi per capire dove si trovava, e dopo aver alzato lo sguardo, vide Giulia a pochi metri. Tirò un sospiro di sollievo e fece per raggiungere l’amica. Camminare tra tutte quelle persone in movimento le sembrò come attraversare una giungla umana, fatta di spazi angusti e ostacoli da superare.

-Eccoti!, Dov’eri finita?- chiese Giulia.

-Eh?-

-Dov’eri finita?- gridò Giulia, ancora più forte.

-Ero qui vicino.-

-Balliamo ‘sto pezzo? E’ una figata!-

Giulia non aspettò una risposta da Sofia. Era un’ordine. Alzò le braccia al cielo urlando a squarciagola, e così fece Sofia, sorridendo e guardando l’amica in uno stato di euforia positiva. Cominciarono entrambe a muoversi senza senso, un po’ come facevano tutti, senza pensare a nulla.

Separatore-1-2Mentre consumava il suo drink, Luca scrutava il locale e notò come tutti là dentro erano intenti a divertirsi, tranne lui. Ad un tratto, il suo sguardo cadde su una ragazza che stava sulla pista. Sembrava carina, anche se non l’aveva vista in viso. Indossava una gonna e si muoveva in modo scoordinato. Si vedeva lontano un miglio che non sapeva ballare. Luca continuò a seguire i suoi movimenti, e sentiva che l’aveva già vista da qualche parte. Aveva un’aria familiare.

Luca sperava che quella tipa si girasse per scoprirne il suo volto. Alcuni istanti dopo, fu raggiunta da un’altra ragazza, forse un’amica, che le portò qualcosa da bere. La folla e i suoi movimenti, impedirono a Luca la vista, così fu costretto ad alzare il collo per vederci meglio. Niente. Le due ragazze sparirono improvvisamente dalla sua vista, e con grande delusione si abbandonò nel suo posto, succhiando con la cannuccia le ultime gocce del cocktail, che ormai sapeva di acqua. Con la cannuccia, Luca giocherellava sbuffando con gli ultimi due cubetti di ghiaccio. Alzò lo sguardo, e dal muro umano sbucò quella ragazza così graziosa che aveva avuto modo di osservare con attenzione alcuni minuti prima. Era Sofia.

Gli sembrò di calcificarsi all’istante, mentre il cuore prese a battere come non aveva mai fatto in tutta la sua vita. Era l’unica cosa del suo corpo in movimento. Sofia. Portava insolitamente i capelli scuri sciolti; a scuola, teneva sempre la chignon, e vestita in quel modo pareva più donna.

Giulia era stata la prima a vedere Luca, e pure lei era rimasta di sasso.

-Che c’è?- chiese Sofia, vedendo l’amica impietrirsi.

Giulia non aprì bocca, non sorrise. Il suo volto non aveva espressione, e questo fece preoccupare Sofia. Poi, Giulia mosse il capo verso la sua destra, e Sofia guardò in quella direzione. Non poteva credere ai suoi occhi. Sui divanetti di fronte a loro, era seduto Luca. Il ragazzo dei suoi tormenti. Colui che, senza nemmeno conoscerlo, si era introdotto nella sua testa e ancor prima nel suo cuore, senza mai lasciare il suo posto.

-Va’ da lui…- disse Giulia, credendo che quell’incontro non era poi così casuale.

Sofia la guardò in silenzio e, decisa, aveva preso a camminare verso lui. Luca vide che stava venendo verso la sua direzione e fece per alzarsi.

-Ciao!- salutò lui con un sorriso.

-Ciao…- rispose lei timidamente.

-Anche tu a Finale, che coincidenza!-

-Già…-

-Sei… sei bellissima, lo sai?-

Luca cominciò a parlare, e lui stesso fu sorpreso dal suo comportamento apparentemente così disinvolto. Per tutto l’anno non aveva mai avuto il coraggio di parlarle, e ora si trovava lì, di fronte a lei, a dirle quanto era carina.

-Grazie… anche tu stai bene.- rispose Sofia con cortesia.

-Beviamo qualcosa?-

Sofia scosse la testa e questo mise nel panico Luca.

-Voglio uscire.-

Sentendo queste parole, Luca esultò dentro di sè, sorrise e senza dire nulla fece strada a Sofia.

Entrambi, mentre facevano fatica a scansare tutti quei corpi in movimento e ad attraversare spazi angusti, pensavano che aver accetato l’invito ad andare in discoteca non era stata poi una decisione così sbagliata. Sicuramente, non avrebbero mai pensato che proprio lì cominciasse la ricerca della loro felicità.

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